giovedì 29 ottobre 2015

La Fuga dei Pensionati Italiani in Portogallo

LA FUGA DEI PENSIONATI ITALIANI IN PORTOGALLO

Ci preme, con il presente articolo, indicare l'intervista pubblicata su diversi quotidiani italiani
relativa alla "fuga" dei pensionati Italiani in Portogallo e rilasciata dall'Avvocato Elisabetta Bortone, partner dello stato del Portogallo, dello Studio Maggesi.




"Scatta la grande fuga dei pensionati in Portogallo. Tra i Paesi più gettonati dove lo stipendio mensile, come in un paradiso offshore, si incassa al lordo, senza pagare un euro all'Agenzia delle entrate c'è il Portogallo.
Alcuni pensionati hanno raccontato la loro fuga in terra lusitana. "A inizio 2016 - spiega un pensionato - vado a vivere a Sesimbra, mezz'ora da Lisbona, su un promontorio che pare Portofino. Pagherò 300 euro d'affitto per un bilocale fronte-mare, 10 euro per mangiare ottimo pesce al ristorante ". Ma soprattutto vedrà la sua pensione crescere dalla sera alla mattina - del tutto legalmente - del 30%. "Quanto prendo non glielo dico - sussurra con pudore - ma confesso che solo di Irpef risparmierò 15mila euro l'anno". Come dire che ogni mese, grazie alle generose agevolazioni del fisco portoghese, si troverà in tasca 1.250 euroin più. Il piano portoghese per attrarre i pensionati come prevedibile, viaggia a gonfie vele. Inglesi e brasiliani sono arrivati a centinaia. Entro fine 2015 oltre 5mila francesi, terrorizzati dalle tasse sul lusso di Francois Hollande, si trasferiranno verso sud nella nuova Terra Promessa previdenziale. Le regole sono semplici: basta vivere 183 giorni l'anno nel paese, assumere lo status di "residente non abituale" et voilà , il gioco è fatto: per dieci anni la pensione è esentasse.L'Inps l'accredita lorda, come previsto dagli accordi bilaterali. E l'erario locale non effettua alcun prelievo. I numeri dell'Italia per il momento sono molto inferiori: 51 espatriati nel 2014, il triplo dell'anno prima. Ma crescono geometricamente. "Quest'estate abbiamo ricevuto 15-20 richieste di informazioni alla settimana" assicura Elisabetta Bortone, avvocato dello studio Haag a Lisbona. "Noi almeno 20-30 al mese", calcola Marcello Menichetti della Camera di Commercio Italia-Portogallo. Il passaparola funziona. "Io sono rinata - racconta entusiasta Luisa Gaiazzi, 63enne ex impiegata di un'azienda farmaceutica residente nella capitale lusitana da un anno - . A Roma con i miei 840 euro al mese faticavo a far quadrare i conti. In Portogallo, a parte la lingua su cui fatico un po', mi sento una signora". I suoi 840 euro sono diventati 1.150. Non solo: "D'affitto pago il 25% in meno per un bilocale identico a quello che avevo al Prenestino, il paese è sicuro, la gente accogliente, il caffè costa 60 centesimi al bar. Questa cotoletta di vitello con contorno - dice mulinando forchetta e coltello al suo tavolo fisso al Solar di San Josè - viene solo 5,5 euro. E così posso permettermi pure un quartino di rosso. Un paradiso!".

Fonte : Il Giornale

Lo Studio rimane a disposizione dei propri assistiti per informazioni nel merito e quindi di eventuale consulenza da tenersi presso lo studio della Partner in Portogallo


martedì 27 ottobre 2015

Amazon dichiara guerra alle false recensioni

Amazon : STOP alle False Recensioni 

«Danneggiano l'e-commerce»



Il problema del nuovo millennio è ormai il 2.0. e quello che doveva considerarsi la trasparenza dell'informazione e della percezione del gusto.

Più volte ci siamo soffermati su di un prodotto, un ristorante o un servizio ed abbiamo prestato la nostra recensione per salvaguardare o consigliare il successivo utente, il successivo consumatore o comunque il prossimo cliente.



I Siti di vendita online, infatti, prestano molto affidamento alle recensioni degli utenti ma, come è ormai facile aspettarsi, queste non sempre sono chiare e trasparenti.
Amazon, nota Azienda leader nel settore, con sede a Seattle, nello stato di Washington, ha così preso la decisione di "dichiarare guerra" a tutti i portali web, ai siti ed a chiunque pubblicizzi o prometta la pubblicazione di recensioni fasulle sul proprio sito e.commerce, facendo così lievitare "artificialmente" la percezione della qualità di taluni prodotti piuttosto che di altri e quindi l'affidabilità dei venditori.

Il colosso Americano, secondo quanto riportato da GeekWire ( http://www.geekwire.com/  ), avrebbe aperto una causa di rilevanza nello Stato di California.

" Anche se si tratta di un piccolo numero, queste recensioni rischiano di minare la fiducia che i clienti e la stragrande maggioranza dei venditori e produttori hanno riposto in Amazon - si legge nella causa - offuscandone così il marchio. Amazon proibisce severamente ogni tentativo di manipolare le recensioni dei clienti e sorveglia attivamente il suo sito web per rimuovere recensioni false, fuorvianti e non autentiche"

La causa è stata avviata contro Jay Gentile ( così si legge nel Seattle Times all'indirizzo http://www.seattletimes.com ) in quanto, citando il Seattle Times, quello che avveniva era proprio un'acquisto di "Rewies"

" The suit also alleges GENTILE told the customer that the she seller could "simply ship empty packages in an effort to fool Amazon into believing the reviewer was a "verified Purchaser" "It says the websites sell its service for $19 to $22 per review"Jay Gentile, identificato infatti da Amazon come operatore del sito BuyAzonreviews.com, Beyreviews.net e Buyreviewsnow.com operava mediate le medesime piattaforme offrendo ai Venditori di Amazon la possibilità di acquistare recensioni "False" da 4 a 5 stelle (massimo in termini di gradimento) e che solitamente vengono assegnate tramite il sito Amazon da chi, soddisfatto del servizio, dovrebbe , proprio con la Review, consigliare il Seller ad altri Buyers.

Sentito via chat da GeekWire, l'operare Jay Gentile sostiene che non avrebbe commesso nulla di male: I suoi utenti ricevono sconti o prodotti gratuitamente ma si impegnano a fornire recensioni "oneste"


Dal Seattle Times:





Scritto e riportato da : Avvocato Fabio Maggesi


mercoledì 7 ottobre 2015

Facebook: dichiarazioni di Antonello Soro

Facebook: dichiarazione di Antonello Soro sulla sentenza della Corte di Giustizia 




"Con questa sentenza la Corte di Giustizia Europea rimette al centro dell'agenda degli Stati il tema dei diritti fondamentali dalla delle persone e la necessità che questi diritti, primo fra tutti la protezione dei dati ( Sancito in Europa dalla Direttiva Comunitaria 95/46/CE ) vengano tutelati anche al di fuori dei confini europei". 

Questo il primo commento di Antonello Soro, Presidente del Garante per la privacy, alla sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardo alla causa che ha visto contrapposti il cittadino austriaco Maximillian Schrems e l'Autorità irlandese per la protezione dei dati in un caso relativo a Facebook.

"La Corte ha riaffermato con forza che non è ammissibile che il diritto fondamentale alla protezione dei dati, oggi sancito dalla Carta e dai Trattati UE, sia compromesso dall'esistenza di forme di sorveglianza e accesso del tutto indiscriminate da parte di autorità di Paesi terzi, che peraltro non rispettano l'ordinamento europeo sulla protezione dei dati.

E' importante peraltro sottolineare - continua Soro - che questa sentenza, insieme ai recenti pronunciamenti della giurisprudenza europea, conferma come la Corte sempre più spesso intenda richiamare le istituzioni europee e gli Stati membri ad un rispetto reale e concreto dei principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue.

La Corte ricorda a tutte le parti in causa che il panorama dei diritti è mutato con l'ingresso della Carta quale parte integrante dei Trattati fondamentali dell'UE, e che tutti gli strumenti e gli atti comunitari, passati e presenti, devono essere guardati con occhi nuovi, attraverso la lente della Carta.

E' la stessa ottica, del resto, in cui si muove il "pacchetto protezione dati" con il futuro Regolamento generale e la direttiva "polizia e giustizia": entrambi rafforzano, fra le altre cose, i diritti degli interessati in Ue e i poteri delle autorità nazionali di protezione dati."

"E' chiaro ora - conclude il Presidente del Garante per la Privacy - che occorre una risposta coordinata a livello europeo anche da parte dei Garanti nazionali, e in queste ore si stanno valutando le modalità più efficaci per individuare linee-guida comuni".

Roma,  6 ottobre 2015

Fonte :
http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/4308245


Scritto e riportato da : Avvocato Fabio Maggesi